Imparando tante cose dai fiori ….cantava Alice.
Ho sempre pensato che i fiori avessero una grande potenza evocativa, alcuni di loro sono in grado dì infastidirmi come i crisantemi, altri di commuovermi come le peonie.
Un bel vaso di fiori freschi non solo ravviva la stanza in cui li si posiziona, ma con il loro vigore colorato essi sono anche in grado d’influire sull’umore positivamente.
C’è un popolo che più di tutti è legato al mondo floreale tant’è che ha fatto dell’ammirare fiori un arte, i giapponesi infatti sono estimatori dell’arte della hanami ( letteralmente ammirare i fiori), osservare e godere della bellezza dei fiori; allo stesso tempo inventori dell’Ikebana (fiori viventi) che si riferisce all‘arte della disposizione dei fiori recisi, pratica antichissima.
I sakura o fiori di ciliegio sono il simbolo della fugacità della vita umana e dell’impermanenza della realtà. Infatti il meraviglioso spettacolo dei ciliegi in fiore, dura solo pochi giorni così come gli stessi fiori da vaso, la loro bellezza è passeggera come tutto ciò che ci circonda ma è proprio questa fugacità a rendere magiche queste creature.
Grazie a questo sfiorire diventiamo coscienti della mortalità delle cose, riusciamo a percepire un sentimento di partecipazione emotiva nei confronti dell’esistenza; la contemplazione della bellezza seguita dalla sensazione nostalgica legata al suo costante mutamento da cui deriva una brezza di malinconia che nasce dall’apprezzamento del bello e dalla consapevolezza della sua caducità. E’ l’osservazione che si fa puro sentimento, la struggente solitudine della bellezza, di ciò che in un momento è e nell’istante dopo non è più.
Se i ciliegi fossero sempre in fiore perderebbero gran parte del loro fascino.
La consapevolezza della fugacità del tempo è fondamentale per adattarsi all’imprevedibilità degli eventi e alla natura effimera delle cose.
Sono certa che d’ora in poi osserverete i fiori con altri occhi.
