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BRASILE: 15 giorni alla scoperta di Rio De Janeiro e Salvador De Bhaia

Oh que saudades que tenho!

Sento Jaho Gilberto richiamarmi con la sua soave voce morbida mentre un paradisiaco piatto di moqueca viene servita davanti ai miei occhi sprigionando tutta la sua esotica aroma, il tutto mentre la mia mente s’immerge nella lettura di Donna Flor e i suoi due mariti capolavoro di Jorge Amado.

Commossa dal trovarmi in un paese così meraviglioso ringrazio la dea del mare Yemanja una delle divinità più amate nella religione del Candomblè, un mix tra cattolicesimo e religioni tribali africane importata a tempo debito dagli schiavi africani durante il colonialismo portoghese.

D’un tratto percepisco il movimento delle mie gambe che sembrano animarsi da sole, piccoli passi, pochi passi ed il ritmo che pian piano si appropria del mio corpo…..nulla che’, solo degli artisti di strada che con un tamburo ed una noce di cocco riescono a trasformare una polverosa strada in un vivace locale da ballo.

Il Brasile non lo si può spiegare, lo si può solo sentire, nella vivacità dei suoi abitanti, nell’esotismo del proprio cibo, nel colore della propria cultura così vasta e piena di influenze.

I miei 15 giorni sono partiti da Salvador de Bhaia, anima nera del Brasile piena di contraddizioni come è solito trovare in città così povere; l’opulenza che si trova delle chiese cattoliche come la Chiesa in onore di San Francesco è direttamente proporzionale alla miseria della sua gente, tutto manca, tranne i sorrisi, quelli vi verrano dispensati sempre e comunque perché i brasiliani sono fatti di sole. 

Obblighi: 

  • gustare almeno una volta una porzione di Acarajé  e Moqueca piatto tipico della cucina afro-brasiliana. 

  • farsi legare con tre nodi un fitas, bracciale dei desideri e tenerlo fino alla sua rottura…solo così si avvereranno….il mio dopo 3 anni si trova ancora nel mio polso destro 😉

  • passeggiare nel coloratissimo Pelourinho quartiere storico restaurato, patrimonio UNESCO che tristemente nasce come gogna in cui gli schiavi venivano fustigati, tuttavia di grande potere evocativo e dalla bellezza architettonica indiscussa vista la sua unicità storica.

ATTENZIONE AI FURTI E LADRUNCOLI.

Partita con un volo TAP interno mi sono diretta nella Cidade Maravilhosa: Rio de Janeiro.

Qui la spiaggia non è un pezzo di terra bagnato dal mare ma una seconda casa, parte del tempo libero i brasiliani lo spendono proprio qui: Copacabana ed Ipanema vi lasceranno senza fiato. Tuttavia l’imponenza colonica qui si fa sentire ancor di più grazie al suo centro città con richiami altamente europei. L’unicità di questa città non risiede solo nelle sue spiagge e nel suo accento europeo ma anche dalla sue favelas, brandelli di città di nessuno ma allo stesso tempo cuore pulsante della cultura brasiliana.

Obblighi:

  • passare qualche pomeriggio a bivaccare per Ipanema o Copacabana gustandovi dei gustosi spiedini di formaggio ed origano grigliati chiamati Queijo Coalho ( super light) molto popolari in spiaggia o acqua di cocco fresca super idratante.

  • visitare il maestoso Corcovado, non è difficile capire perché sia una delle 7 meraviglie del mondo una volta giunti ai suoi piedi.

  • visitare ( ovviamente accompagnati da una guida) una favela per rendersi conto di come una città possa avere fratture così grandi e continuare inesorabilmente a conviverci.

  • due passi alla Escadaria Selarón opera architettonica recente (1998-2008) ma che appieno ricalca lo scopo per cui è stata costruita, ossia come tributo ed omaggio al popolo brasiliano, caleidoscopio nelle sue sinuose forme e colori.

  • salire nel monolite con la vista più bella al mondo: Pão de Açúcar. Da qui Rio è magica sia di giorno sia di sera, da togliere il fiato.

Emozioni e sensazioni uniche, questo per me è stato il Brasile, l’unico effetto collaterale rimasto oltre l’immancabile saudade è la voglia di tornare per visitare altre città come San Paolo o immergermi nell’ immensa foresta amazzonica. 

Insomma vorrete sicuramente tornare una seconda volta in questa terra meravigliosa, or dunque che aspettate a preparare le valige? 

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2 commenti

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