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L’amore al tempo dell’eugenetica: “Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro

 

«Ciò che rendeva quella cassetta tanto speciale per me era una canzone in particolare, la numero tre, Never let me go.
È un lento, musica d’atmosfera, tipicamente americano, e c’è quel verso che si ripete quando Judy canta «Non lasciarmi… Oh, tesoro… Non lasciarmi…» Avevo undici anni allora, non avevo molta dimestichezza con la musica, ma quella canzone, be’, ne rimasi affascinata. Continuavo a riavvolgere il nastro esattamente nel punto dell’inizio, in modo da poterla ascoltare ogni volta che me se ne offriva l’occasione.»

Da grande amante dei romanzi distopici non potevo non aggiungere alla mia collezione letteraria questo romanzo di Kazuo IshiguroNon lasciarmi “. Per chi di voi non conoscesse questo genere, i romanzi distopici narrano storie  un’utopiche al negativo. E se l’utopia tendenzialmente è rivelatrice di mondi perfetti ed ideali, al contrario, la distopia mette in scena una realtà terrificante . Nei romanzi distopici, infatti, la vicenda viene ambientata in una società in cui nessuno vorrebbe mai vivere. Ricorderete sicuramente Orwell con il suo 1984, o Bradbury con Fahrenheit 451; tuttavia la temibile realtà di Kazuo Ishiguro si distacca da questi ultimi per contenuti ed ambientazione.

La canzone da cui prende il nome il titolo.

La temibile realtà distopica secondo Kazuo Ishiguro si articola attraverso le vicende di tre bambini che crescono insieme in un collegio immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani. La loro vita è scandita dal divenire dei sentimenti: l’amicizia e l’amore come uniche armi contro un mondo che nasconde un macabro individualismo e una purtroppo un’ innata crudeltà. Quella in cui vivono i tre bambini che diventeranno poi adulti, è una società apparentemente innovativa. Dopo Seconda Guerra Mondiale ( periodo di ambientazione) numerosi progressi scientifici sono emersi, progressi che hanno portato alla clonazione umana. Gli stessi protagonisti sono dei cloni, creati col solo scopo di essere utilizzati ai loro cloni in caso di malattie quali il cancro.

CiakMegazine

Addentrandoci nel romanzo si percepisce come questa situazione sia accettata ma allo stesso tempo temuta all’interno della società in cui questi ragazzi vivono, e proprio per questo, di fatto, ne restano isolati. Tutti vogliono una cura per il cancro, ma allo stesso tempo temono coloro che lo possono curare.

Tuttavia il lettore si affeziona ai “cloni”, in quanto anch’essi muniti di umanità, anch’essi esseri pensanti e con delle emozioni dilanianti vista la loro particolare situazione. E’ proprio quando smettiamo di pensare a loro come dei cloni che la storia prende vita, e si pongono interrogativi personali ed etici a cui solo il lettore nella sua solitudine, può dar risposta .

Quinlan

E’ giusto utilizzare la scienza per puro egoismo ? Siamo disposti ad accettare qualsiasi prezzo? E’ giusto sacrificare una vita (anche se clonata) per la nostra? Queste sono le domande che popolano la mente dopo la lettura di questo libro.

Vorrei però aggiungere non tratta solo di etica e morale, narra infatti di una grande storia d’amore, nata nel più surreale dei mondi e proprio per questo dannatamente nostalgica e romantica.

Indie-Eye

Non lasciarmi è sicuramente un libro da leggere per domandarsi fino a che punto sia lecito spingersi per il bene della scienza e se, (forse), la vecchia civiltà così retrograda e problematica non fosse forse più umana ed empatica rispetto a quella moderna.

Qui di seguito vi lascio il trailer della trasposizione cinematografica, assolutamente degna del romanzo:

Buona Lettura,

Anastasia Galvani

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