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Violette Leduc non ti dimenticherò

Violette Leduc non ti dimenticherò

“La bruttezza per una donna è un peccato mortale, siete belle vi guarderanno per strada per la vostra bellezza, siete brutte vi guarderanno per strada per la vostra bruttezza.”

Mia cara Violette,

ti scrivo come fossi seduta qui affianco a me.

Quanto avrei voluto ascoltare i tuoi strazzi, proprio quelli che ti hanno causato un esaurimento nervoso, quelli che ti hanno portato in manicomio, quelli che ti tormentavano notte e giorno.

Nel tuo mondo Violette c’era molta poca gentilezza e tanta brutalità, neppure tua madre riusciva ad alleviare le tue pene, al contrario le hai dedicato un libro intitolato “L’asfissia”  in caso il concetto non fosse chiaro a tutti. ” Ma mère ne m’a jamais donné la main”  scrivevi come frase d’inizio, ed io già ero pazza della tua narrativa, così piena di immagini, così diretta e ruvida, talmente reale da sembrare a volte io stessa l’autrice. Il tuo essere figlia illegittima non le è mai andato giù, come fosse colpa tua …… e così quell’aggettivo “illegittima” in età adulta si è tramutato in “inadeguata”, ma tu non lo eri, non lo sei mai stata perché perfetta anche così carica di adorabili difetti.

Oh Violette tu eri così inappuntabile ma allo stesso tempo così inadatta per vestire i tuoi panni. Ti avrei rassicurato sul fatto che nessuno è così aureo, che i tuoi difetti erano parte della tua bellezza. Avrei cercato di alleviare l’eco della tua solitudine, ma forse è grazie a quest’ultima che hai dato alla luce scritti straordinari e rivoluzionari.

Dovremmo tutti ringraziare la tua grande amica Simone De Beauvoir per averti incoraggiato a comprimere i tuoi pensieri su carta. “La Bastarda “  è stato un enorme successo, nessuna donna prima di allora (1964) aveva parlato  con franchezza della propria sessualità, ancor meno di relazioni con altre donne. La tua lussuria espressa senza censure, la tua febbre, la tua delicatezza e le tue lancinanti delusioni, sono tutte racchiuse li dentro.

Non so se avrei incoraggiato la tua ossessione per Simon. Diciamoci la verità, non è che ti avesse portato poi tanto beneficio, se non dal punto di vista letterario. Il suo rifiuto sessuale ti ha lasciato devastata; tuttavia il tuo continuo stalkerizzarla al Paris’s Cafe Flore alla fine ti ha premiato, ti ha portato a diventare la sua protetta ed a sviluppare le tue grandi doti di scrittrice. Ahimè il tuo amore per lei non era contraccambiato e mentre tu ti struggevi, lei t’ implorava di riversare il tuo dolore e nichilismo nella scrittura, la tua unica amica, quella che ti ha salvato da un esistenza tanto infelice.

Mia cara Violette vorrei tanto abbracciarti e ringraziarti, perché grazie a te ho scoperto come la distruzione possa essere costruttiva, che è sempre meglio essere se stesse anche con mille difetti giganteschi piuttosto che essere una copia inglobata in un cliché . Mi hai insegnato che soffrire infondo non è che una delle mille sfumature che la vita ci offre e da cui infondo c’è tanto da imparare.

Grazie Violette.

Con affetto,

Anastasia

“Me ne andrò come sono arrivata: intatta, carica di quei difetti che mi hanno torturata”

 

 

 

 

 

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