fbpx

Getting Aussie: The Great Ocean Road da respirare a pieni polmoni

“Look deep into nature, and then you will understand everything better.”

Einstein diceva che guardando profondamente la natura tutto sembra poi essere più chiaro. Come dargli torto, dopo un ora di tragitto (partendo da Melbourne) su strade super panoramiche e cittadine sperdute, la natura dopo qualche miglia sembra davvero prenderti a schiaffi attraverso calde folate di vento oceanico; la sua presenza maestosa e piena di vigore sembra ricordarmi il mio essere fragile, umano, indolente.

La Great Ocean Road  si estende per 400 km dalla città di Torquay a Nelson, al confine meridionale dell’Australia. Stiamo parlando senza dubbio di una delle strade costiere più spettacolari del mondo e si estende lungo la costa sud-occidentale dello stato del Victoria attraverso scorci panoramici che tolgono il fiato e regalano vacillanti momenti d’immensità. 

La Great Ocean Road non è conosciuta solo come una delle strade più famose d’Australia, ma anche come una delle più scenografiche al mondo: tra profumatissime foreste di eucalipto in cui vivono i koala, macchie di foreste pluviali, pittoresche cittadine di mare su cui sferza sempre il vento ed i cui abitanti vi accoglieranno a braccia aperte chiedendovi con stupore da quale parte del mondo veniate, rocce a picco sulla baia e ancora, brughiere, campi verdissimi in cui pascolano vacche e greggi di pecore.

    

Il punto di partenza di solito è la città di Melbourne ma la vera e propria strada inizia una volta che si supera la cittadina di Geelong. Le principali zone di questa splendida e panoramica “road” si snodano nei seguenti punti:

  • Torquay adorabile cittadina, sede di due famose marche di attrezzatura da surf, nonché incoronata come capitale del surf australiano, a soli 7 chilometri da Bells Beach.
  • Lorne case in legno color pastello con ampie vetrate che si affacciano sul mare, viali alberati e continui saliscendi. Luogo ideale se si volesse scomparire per un pò .
  • Dopo aver passato la cittadina di Lorne, troviamo il fantastico Kennett River, uno dei pochi posti in Australia in cui è possibile avvistare koala selvatici. Munitevi di foglie di eucalipto e cominciate il vostro cammino lungo il sentiero brulicante di alberi ….. ( di eucalipto ovviamente). NB difficilmente troverete un koala sveglio visto che dorme più della metà del suo tempo. Troverete inoltre anche giganteschi pappagalli colorati.
  • Apollo Bay è riconoscibile per le sue lunghe spiagge di sabbia bianca con le colline alle spalle. Le escursioni a passeggio per Cape Otway, il punto più meridionale dell’Australia, partono da qui. Cape Otway è altresìconosciuto anche come uno dei tratti più pericolosi per le navi. Il suo nome d’origine è infatti Shipwreck Coast, costa dei naufragi. Tra il 1830 e il 1930 si sarebbero schiantate contro Cape Otway e Port Fairy oltre duecento navi. La frastagliatura della costa basterà a farvi impallidire al sol suono di  piccole onde.
  • I Twelve Apostles, i Dodici Apostoli, si trovano all’interno del parco nazionale di Port Campbell. A dir la verità non sono più dodici, i faraglioni solitari proprio di fronte a questo tratto di costa, ma sette, perchè gli altri sono crollati per la violenza delle onde dell’oceano. Si pensi che quando il mare è in burrasca, la strada che porta alle piattaforme di osservazione (di solito invase di turisti) e alla spiaggia viene chiusa per sicurezza.

Da Torquay a Port Fairy sono oltre duecento chilometri di costa battuta dal vento e dall’Oceano Antartico.

La Great Ocean Road non è solo una semplice strada panoramica, essa racchiude insieme  il non plus ultra di ciò che si possa chiedere alla natura e del suo modo di addomesticarsi per noi umanoidi.  E’ la forza generatrice e al contempo distruttrice che si manifesta in tutto il suo vigore. L’ambiente non sembra esser fatto per condividere una qualche forma d’interazione con gli uomini, così violento ed irruento.

L’odore di natura pervade ovunque, dal vento salato, dagli alberi di eucalipto,  dai cespugli selvatici quasi argentei. L’imponenza del mare, con le sue onde spumose che si rincorrono una dopo l’altra, la luminosità che non sembra provenire dal cielo bensì dal profondo degli abissi marini. Le rocce ruvide ad intermittenza come i difetti umani, quelli difficili da corrodere.

A stento riesco ad immaginare come nei primi del 900 indomiti costruttori  siano riusciti  a creare un varco sicuro in cotanta terra selvaggia, facendo sentire l’estatico visitatore minuscolo al cospetto di tanta potenza che modella e ricrea il proprio territorio modellandolo con le proprie armi naturali: il mare, ed il vento.

Ora andate e non dimenticatevi di condividere la bellezza.

#SHARETHE BEAUTY

Anastasia Galvani

You may also like

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *