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Quando i gusti letterari cambiano con l’arrivo del Coronavirus: Camus, King, Mann, i più ricercati

E chi l’avrebbe mai detto che mi sarei trovata a scrivere un articolo del genere ? Lo trovo esilarante e al tempo stesso drammatico. Tuttavia per me i libri sono sempre stati un rifugio dal mondo circostante, tuttavia a volte, sono talmente vicini alla realtà da anticiparne le mosse.

Ecco perché nelle recenti classifiche di vendita online, autori come Mann,Camus, King, Saramago, Koontz sono tra i più acquistati. Le persone sembrano cercare un senso d’immedesimazione nelle letture, definendo un marcato interesse per capolavori letterari che hanno narrato ogni tipo di epidemie immaginarie o reali. Forse molti di noi cercano dei segni, dei consigli comportamentali, o semplicemente ci piace pensare di essere vicini ai protagonisti di romanzi epici.

Del resto gli stessi scrittori hanno sempre tratto ispirazione da eventi catastrofici, si ricordi che un vero e proprio genere letterario è nato da questo tipo di approccio alla realtà ( genere distopico).

Ma veniamo ai libri con tematiche pandemiche che sembrano essere tornati in auge:

Albert Camus “La peste”:

So soltanto che bisogna fare quello che occorre per non essere più un appestato, e che questo soltanto ci può far sperare nella pace, o, al suo posto, in una buona morte. Questo può dar sollievo agli uomini e, se non salvarli, almeno fargli il minor male possibile e persino, talvolta, un po’ di bene. E per questo ho deciso di rifiutare tutto ciò che, da vicino o da lontano, per buone o cattive ragioni, faccia morire o giustifichi che si faccia morire. […] Di qui, so che io non valgo più nulla per questo mondo, e che dal momento in cui ho rinunciato ad uccidere mi sono condannato ad un definitivo esilio. Saranno gli altri a fare la storia. So, inoltre, che non posso giudicare questi altri. […] Di conseguenza, ho detto che ci sono flagelli e vittime, e nient’altro. Se, dicendo questo, divento flagello io stesso, almeno non lo è col mio consenso. Cerco di essere un assassino innocente; lei vede che non è una grande ambizione. Bisognerebbe certo che ci fosse una terza categoria, quella dei veri medici, ma è un fatto che non si trova sovente, è difficile. Per questo ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime. In mezzo a loro, posso almeno cercare come si giunga alla pace. […]” Dopo un silenzio il dottore domandò se Tarrou avesse un’idea della strada da prendere per arrivare alla pace. “Sì, la simpatia”. […] “Se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca.

In questo romanzo Camus, narra del progredire di un orribile male : la peste. Sveste ogni personaggio nei suoi timori più reconditi. Assieme a loro diventiamo untori e dissertatori , assieme a loro proviamo il terrore da contagio e la disperazione nel sapere un proprio caro ammalato.

Mai ci fu romanzo che seppe raccontare meglio l’escalation emozionale di una pandemia attraverso l’umanità dei suoi personaggi.

Stephen King “L’ombra dello scorpione”:

“D’altronde, in tutte le città c’era una mucchio di gente che starnutiva e si soffiava il naso. I germi del raffreddore sono gente socievole, pensò. Ci tengono a dividersi il malloppo. “

Stephen ci dirotta in una realtà apocalittica e profondamente distopica, in cui un esperimento bellico disastroso, da vita ad un virus noto come Captain Trips. Da qui si avvierà una gigantesca, e rapidissima, estinzione di massa. Di colpo il 99 percento della popolazione americana muore, e i pochissimi individui immuni al virus si ritrovano immersi in un deserto urbano senza ordine, né scopo. Anche qui, il segreto della febbrile narrativa è proprio il modo in cui la psicologia dei personaggi viene celata al lettore. PS: Non fatevi suggestionare!!!

Thomas Mann “Morte a Venezia”

 “La solitudine fa maturare l’originalità, la bellezza strana e inquietante, la poesia. Ma genera anche il contrario, lo sproporzionato, l’assurdo e l’illecito”

Morte a Venezia è un romanzo decadente, ambientato in un’afosa primavera veneziana, che emana un odore acre di morte. Il protagonista, il dispotico Gustav Von Aschenbach, perde la testa per un giovane polacco, amore che da platonico diventerà fatale. Questa folle passione si rivelerà fonte di dubbi amletici e lo sviluppo di una epidemia di colerà si rivelerà fatidica nella scissione fra santi e peccatori, quasi fosse una punizione inflitta dall’alto per i lussuriosi appetiti.

A questa lista, impossibile non citare anche “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez, oppure “Abisso” di Dean Koontz scritto nel 1981 (che per altro profetizzava una pandemia proprio nel 2020 attraverso la comparsa del virus Wuhan 400 (Coronavirus) proveniente dalla città cinese di Wuhan in grado di uccidere la popolazione di tutto il mondo con il solo contagio per vie respiratorie). Ricordiamo inoltre “Cecità” del premio Nobel portoghese José Saramago, in cui un’epidemia diventa motivo di sciacallaggio perenne. Il romanzo è anche una dichiarazione di guerra alla cecità nei confronti di grandi emergenze mondiali.

«È una vecchia abitudine dell’umanità passare accanto ai morti e non vederli».

Or dunque buone letture e statevene saggiamente a casa 😉

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Anastasia Galvani

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