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Lavare in piazza (editoriale) i panni sporchi: “Niente di Vero” di Veronica Raimo

“La maggior parte dei ricordi ci abbandona senza che nemmeno ce ne accorgiamo; per quanto riguarda i restanti, siamo noi a rifilarli di nascosto, a spacciarli in giro, a promuoverli con zelo, venditori porta a porta, imbonitori, in cerca di qualcuno da abbindolare che si abboni alla nostra storia. […] La memoria per me è come il gioco dei dadi che facevo da piccola, si tratta solo di decidere se sia inutile o truccato.”  (p. 161)

La prima cosa che mi è balenata in testa leggendo Niente di vero di Veronica Raimo è il suo coraggio. Mi sono chiesta se sarei mai stata in grado di spiattellare le mie personalissime dinamiche familiari difronte ad un pubblico di lettori, con il rischio che i diretti interessati leggessero tutto. La riposta è “No”, non ce l’avrei mai fatta, poiché il rischio di ferire sarebbe stato troppo alto, lo è sempre quando si toccano sfere intime in un’ottica mono-direzionale e senza contraddittorio.

Nonostante ciò questo memoir post-modero edito Einaudi, ha il sapore agrodolce, a tratti comico e disarmante. La Raimo svela dinamiche familiari universalmente condivisibili, proprio per questo la leva emotiva e l’immedesimazione sono altissimi nel lettore. Si parteggia chiaramente per Veronica, la protagonista, nonché voce narrante, e con lei ripercorriamo tutte le fasi della vita e le relazioni che intrattiene : famiglia, amici, amori.

Attraverso la potenza del ricordo (esente da verità assolute o fatti oggettivi) Veronica Raimo sperimenta l’inattendibilità di quest’ultimo. Con Niente di vero sembra voler seguire le orme di scrittrici più altisonanti come Simone di Beauvoir o Annie Ernaux a cui si deve dare merito per aver posto l’accento sul potere della “memoria” come veicolo e mezzo narrativo. La frammentazione episodica che ci presenta la Raimo infatti, può sembrare all’apparenza confusionaria o senza scopo. Tuttavia, man mano che il puzzle dei ricordi viene completato, si riesce ad avere una chiarezza ed una lucidità d’insieme che portano a svelare in maniera nitida ed armonica tutto il vissuto della protagonista.

La struttura ad episodi non è infatti casuale; la narrazione della Raimo avviene attraverso l’enumerazione di piccoli traumi casalinghi che muta grazie alla sua disarmante ironia in una serie di aneddoti piuttosto divertenti, (raramente ho riso durante una lettura) ed in cui è semplice immedesimarsi, come l’atavica lotta tra primogeniti e secondogeniti.

La Raimo fa dell’ironia uno scudo, una sorta di super potere che le permette di non farsi scalfire dai “mali”( piccoli o grandi che siano ) della vita. Nel suo memoir troviamo le prime storie d’amore, i giochi per cervelloni inventati dal fratello per poter fare show off della sua intelligenza, la costante apprensione della madre Francesca dalle doti investigative impareggiabili. Ella racconta una storia di vita ordinaria, fatta di persone ordinarie che sembrano uscite dal nostro vissuto, elemento di grande vicinanza che spinge il lettore a provare simpatia sian dalle prime pagine.

Per quanto la scrittrice tenda a nascondere la veridicità di quello che attesta, già dal titolo, è chiaro che ci si senta difronte ad una storia “realmente accaduta” con aneddoti e personaggi “realmente esistiti”. La Raimo esagera e romanza volutamente, tuttavia non mente, un pò come quando si tende a narrare vicende del passato e se ne ingigantisce la portata o le dinamiche.

Infine, non lasciatevi intimidire dal blurb di Zerocalcare, (che personalmente ha creato un hype gigantesco a riguardo), non ne disattende le aspettative. Questo libro infatti, ha il grande dono di essere terribilmente divertente anche nella sua drammaticità, non trascendendo mai nel patetico. Ritengo inoltre che sarebbe perfetto per il teatro, interpretato attraverso una sorta di monologo-commedia al femminile, stile stand-up commedy. Ringrazio inoltre la Raimo per il messaggio che lascia in eredità al lettore attraverso questa opera: “siamo le storie che scegliamo di raccontarci”.

Photo Credit Immagine di copertina : Maremosso La Feltrinelli

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Galvani Anastasia

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