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Orme. Una donna, quattro cammelli e un cane nel deserto australiano di Robyn Davidson

“Sono sempre stata attratta dalla purezza del deserto, dal vento caldo e dagli ampi spazi aperti… soprattutto ero stanca della vita in città, con la sua routine e i miei tentativi poco riusciti e poco sentiti di trovare un lavoro e di studiare qualcosa. E volevo scrollarmi di dosso quella negatività auto-compiaciuta, malessere tipico della mia generazione, del mio sesso e della mia classe sociale. Decidere di agire è stato il vero inizio del viaggio. Quando sei immobile da troppo tempo, non ti resta che gettare tutto all’aria e buttarti e pregare.”

Me la immagino proprio così: fiera, senza paura, vicino ai suoi cammelli.

La donna in questione è Robyn Davidson, colei che nel 77′ all’età di 27 anni attraversò a piedi il deserto australiano, partendo da Alice Springs fino ad arrivare all’Oceano Indiano (per complessive 1.700 miglia, ossia oltre 2.730 km), con la sola compagnia di quattro cammelli e del suo fedele compagno a quattro zampe Diggity. L’impresa fu seguita in diretta dal National Geographic grazie al fotografo Rick Smolan, che seguì Robyn per tutto il viaggio.

Dalla sua storica impresa nacque “Tracks”, il libro che la rese celebre in tutto il mondo. La Davidson racconta e si racconta senza risparmiare nulla: particolari tecnici d’accampamento, emozioni che oscillano dal completo nichilismo alla speranza del cambiamento, la cura e l’ igene dei suoi cammelli, riflessioni vacillanti sul senso della vita. Ci parla della solitudine di un’ insolita viaggiatrice, di come ci si scopre o ci si riscopre per la prima volta nella vacillante solitudine del deserto.

Alla domanda “perché lo ha fatto” Lei risponde sempre: «perché non avrei dovuto farlo? È stata un’esperienza eccezionale che mi ha aiutato a trovare il mio posto nel mondo».
Allora ci s’interroga sul perché la maggior parte delle persone a 27 anni non sia mai partita per una traversata di 2700 chilometri nel deserto con quattro cammelli e un cane; ebbene il libro dà la risposta anche a questa domanda, anche se non in maniera esplicita.

Ringrazio la Davidson per aver condiviso la sua esperienza con il mondo, per averci regalato una storia unica che a me suona quasi come una fiaba….. infondo Robyn non è altro che “una ragazza alla ricerca della bellezza”

“accettare quel denaro significava la fine del viaggio così come l’avevo pensato in tutti quei mesi; sapevo che era la cosa sbagliata da fare; una svendita, di me e del mio progetto […] Sapevo molto bene che una cosa del genere avrebbe alterato irrevocabilmente l’aspetto complessivo del mio progetto, che consisteva nello starmene sola, depurare il cervello da tutti i detriti estranei che lo avevano otturato, non avere la protezione di nessuno,spogliarmi di tutte le sovrastrutture imposte dalla società…”

BUONA LETTURA!

 

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