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La sottile arte di fare quello che C***o ti pare: Mark Manson e la rivincita dei “losers”

Lo sentite questo peso? Si proprio quello che grava sulle vostre coscienze. Quel peso che comincia persino a gravare sulla vostra schiena, che vi lascia ingobbiti, schiacciati. Sapete di che si tratta? Aspettative, mere aspettative sociali. 

Ma come mai ora più che mai ci sentiamo così messi sotto torchio? A quale indice facciamo riferimento? Quello della nostra famiglia? Dei nostri amici? Del nostro partner? Della nostra comunità? O semplicemente ci basiamo sulla fake life che vediamo suoi social per tarare la nostra? 

Mark Manson nel suo libro di self-help “La sottile arte di fare quello che C***o ti pare” prende letteralmente a schiaffi il suo lettore in ogni pagina, denudandolo dei suoi falsi miti sociali. Mark apre gli occhi dei suoi lettori con una dialettica tutt’altro che edulcorata, Mark è diretto, e credo che sia proprio questa la ragione per cui Mark ha venduto milioni di copie

La sua tagliente franchezza, la sua stigmatizzazione del pensiero positivo associato alla sfida sociale del più vincente, rendono questo libro terapeutico per tutti coloro che si sentono intrappolati in un ingorgo di aspettative irreali. Lo stesso lettore stenta a credere che ci sia uno scrittore in grado di liberarlo da un tale cruccio. 

Il titolo originale del libro è “The Subtle Art of Not Giving a F*ck: A Counterintuitive Approach to Living a Good Life”e preferirei soffermarmi proprio su quest’ultimo in quanto ritengo che la traduzione italiana sia totalmente errata. Infatti Mark parla del “fregarsene” come vera e propria arte di sopravvivenza e non “del fare quello che si vuole”. Questo concetto è estremamente importante perché sarà il fil rouge di tutto il libro. Secondo Mark infatti il segreto per vivere una vita appagante è proprio stilare una serie di priorità e di cose che per noi hanno realmente importanza, cercando di focalizzarci solo su ciò che realmente conta e lasciando andare tutto il resto, applicando così l’arte di “fregarsene” di tutto ciò che non conta. 

Fonte: Observer

Altra lezione altrettanto importante di questa lettura è l’ossessivo rapporto con la felicità. Come direbbe Mark,” a volte avere le palle girate è ok”. Per anni ci hanno bombardato con il pensiero e l’atteggiamento positivo ( io stessa ci sono cascata). Leggere le parole di Mark è stato un atto liberatorio. Essere sempre felici è positivi è un atteggiamento irreale e spesso produce l’effetto opposto. L’effetto boomerang è certificato, pensate infatti alle aspettative che avete nel mantenere un atteggiamento positivo difronte ad una cosa oggettivamente negativa, come la perdita di un lavoro un amore fallito. E’ un vostro diritto sacrosanto essere incazzati, depressi, frustrati o semplicemente tristi e affranti. Al contrario non è normale mantenere un atteggiamento propositivo, forzandolo in una situazione palesemente negativa. Certo è, che una volta buttate fuori tutte queste emozioni poco felici, urge reagire. Abbracciare il dolore dunque, è sicuramente preferibile ad una falsa positività che può portare solo ad un ulteriore tormento. 


Altro argomento che ho davvero amato è l’esacerbazione dell’essere eccezionale o come la chiama Mark: la tirannia dell’eccezionalismo. Viviamo in una società di fenomeni: tutti carichi, iper belli, iper preparati, iper sportivi, iper intellettuali. Siate franchi con voi stessi, nessuno di noi è veramente eccezionale, se per caso si eccelle in qualche campo, automaticamente un altro risulta essere fallimentare. Un uomo d’affari importante sarà automaticamente un fallimento nella vita privata. Non è nulla di strano, per la legge delle priorità di Mark, se ci si sacrifica in un determinato ambito della nostra vista, siano essi: famiglia, carriera, aspetto fisico, cultura, saremo carenti in tutto il resto. Al con tempo se si cerca di vivere una vita semi bilanciata tra famiglia e lavoro si avrà una situazione mediocre in entrambe i casi. In tutto questo non c’è nulla di sbagliato, siete semplicemente persone nella media. Se solo accettassimo di essere persone comuni soffriremmo meno di quella che gli americani definiscono come social anxiety

Sapete essere eccezionali o superiori è un’illusione che ci hanno venduto per tantissimo tempo. A sostegno di questa tesi anche il libro “Essere originali. Come gli anticonformisti cambiano il mondo”di Adam Grant, sottolinea come l’atteggiamento di queste “menti originali “fosse totalmente discostato dall’essere superiore, al contrario ci si trova difronte a personaggi molto modesti, molto poco autoreferenziali, che si auto-percepiscono come persone ordinarie e credo che questa la dica lunga. 

Consiglio, questo libro a tutti coloro che si sentono schiavi delle aspettative altrui, a tutti coloro che necessitano di un po’ di detox della mente e dell’ego. Non vi deluderà. I promise!

We are all ordinary people. And it’s the extraordinary people Who know it.

Gilbert K Chesterton

Per chi di voi volesse acquistare il libro cliccate qui : “La sottile arte di fare quello che C***o ti pare”.

Buona lettura!

Anastasia Galvani

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