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Ecco le Donne che non dimenticheremo in questo 2020

Mai nessuno conobbe anno più infausto! Tuttavia, non tutto è da buttare di questo tragico 2020. Quest’anno non ha dato notorietà solo ad un ignobile virus, ma ha messo in luce a noi tutte, il potere di donne mirabili che non smettono mai di generare buone idee, o di battersi per nobili cause.

Chiaramente questa non sarà una top 100, sarebbe impossibile nominarle tutte; quelle che vi verrano mostrate sono donne che detengono il comune denominatore dell’aver simbolicamente cambiato qualcosa (in meglio), dell’esser divenute promotrici di messaggi postivi edificanti, o di esser divenute simbolo di un’inversione di rotta rispetto a tendenze tossiche e socialmente nocive per noi tutte.

Photo Credit: Santalessandro
  1. Ma cominciamo dalla mia musa e faro di speranza, la brillante Alexandria Ocasio-Cortez, ormai nota nella letteratura giornalistica con l’acronimo di “AOC”. Divenuta la più giovane donna eletta al Congresso degli Stati Uniti nello schieramento democratico. Classe 1989, nata il 13 Ottobre ( stessa data di nascita del famoso primo ministro inglese Margaret Thatcher, nota a noi tutti come ” The Iron Lady” o Lady di Ferro; questo la dice lunga 😉 ). Cresciuta nel Bronx, quartiere difficile di New York, da una famiglia di origini portoricane, per anni si è data da fare studiando e lavorando come cameriera, barista, e driver di autobus, fino allo sfinimento, per potersi permettere un’istruzione decente studiando economia e relazioni internazionali. L’ostinazione ed il grande ed immenso senso di giustizia che la divora, sono la fiamma del suo ikigai, della sua ragion d’essere e della sua mission. Nel giugno 2018, per la sorpresa di molti, AOC vince le primarie nel suo distretto. Alle elezioni di novembre, a 29 anni, AOC diventa così la più giovane donna eletta al parlamento statunitense. Ma come mai anche quest’anno il suo nome fa eco? Il fattaccio è successo proprio il 24 luglio della scorsa estate. Un deputato Repubblicano ha fermato Alexandria Ocasio-Cortez nei corridoi del Parlamento americano per insultarla dandole della fo***ta pu**ana davanti a una schiera di giornalisti. Il deputato ha poi preso la parola in aula per cercare di giustificare quelle parole, lo ha fatto come lo fanno di solito certi uomini piccoli quando vengono colti in flagrante: “sono un padre, ho una figlia QUINDI non sono misogino”. Il discorso della Occasio-Cortez è divenuto un pamphlet contro la misoginia:

«Avere una figlia non rende bravo un uomo. Avere una moglie non rende bravo un uomo.Trattare le persone con dignità e rispetto è ciò che rende bravo un uomo». E ancora: «Fortunatamente mio padre non è più qui per vedere come Ted Yoho tratta sua figlia. Non lascerò che il Congresso accetti queste scuse come legittime».

Ha ragione Alexandria Ocasio-Cortez: non possiamo più permetterci di tacere, lo dobbiamo ai nostri genitori, alle future generazioni e lo dobbiamo prima di tutto a noi stesse.

Photo Credit Corriere del Ticino

2. La seconda che segue spontaneamente questo discorso senza nemmeno l’ombra del dubbio è lei, Kamala Harris, nata il 20 Ottobre del 1964 ( lo stesso giorno in cui nacque… beh … la sottoscritta, dovevo dirvelo 🙂 ) . Vice presidente eletta degli Stati Uniti d’America, prima donna e, come è stato notificato, prima donna di colore a ricoprire questo ruolo. Grazie a Lei gli States, hanno di nuovo acquistato credibilità ed hanno nuovamente forgiato l’idea del sogno americano, che era svanito in un blend di misoginia e razzismo che gran parte di noi desidera eliminare. La vice presidente Harris, i cui genitori erano soliti portare alle marce per i diritti civili quando era ancora in fasce, ci rende invidiosi di quello che accade oltreoceano, quando in Italia sembriamo ancora vivere nell’età medievale. La vice presentente ci fa inoltre auspicare in un’inversione di marcia mondiale e che la sua sia solo la prima iniziazione di tante altre che verranno.

Photo Credit: The Times

3.  Sicuramente il 2020 è davvero il suo anno. Jacinda Arden ( leonessa nata il il 26 Luglio 1980), giovanissimo presidente della Nuova Zelanda, dopo le sue prime elezioni nel 2017, quando aveva solo 37 anni. Al suo secondo mandato consecutivo, con una vittoria plebiscitaria, che ha commentato così:

Viviamo in un mondo sempre più polarizzato, un luogo in cui sempre più persone hanno perso la capacità di vedere il punto di vista dell’altro”.

Il Presidente Arden ha mostrato a tutti i leader mondiali, come gestire con empatia e lucidità, un’emergenza sanitaria mondiale. E si, se ve lo starete chiedendo è proprio lei , Jacinda Arden , quella che ha portato la figlia di pochi mesi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Photo Credit: Inhousecommunity

4. Dio solo sa se in Italia non abbiamo bisogno di una paladina che combatta la violenza sulle donne. Ebbene, esiste già ed il suo nome è Cathy La Torre in arte su IG come “avvocathy” ( nata il 31 agosto del 1980) , che sceglie giornalmente di raccontare la violenza sulle donne. La missione di Cathy La Torre è quella di raggiungere ciò che, ancora, manca nel sistema giuridico italiano, per permetterci di stare al passo con gli altri paesi più civili e progressisti. Esso infatti defice di :  

° nuova legge sulle adozioni che permetta anche ai single di adottare

° una nuova legge sulla cittadinanza, a partire dallo Ius soli, una legge che consenta a ogni persona di disporre in modo pienamente consapevole del suo fine vita  

° una buona legge sulla procreazione medicalmente assistita visto che la famosa legge 40 del 2004, è stata fatta a pezzi. La strada è ancora lunga, ma La Torre non demorderà ne ora ne mai .

“La vergogna è come il grande peso di un macigno sulle spalle ed è al tempo stesso connessa a una sensazione di fallimento. O all’idea di essere responsabili per aver scelto un uomo violento o per non aver visto prima gli indizi che segnalano una personalità violenta.”

Photo Credit: NYP

5. Cè una luce che brilla non solo nello sport ma anche nel dar voce alle vittime di violenza gratuita e soprusi. Lei è Naomi Osaka ( nata il 16 Ottobre del 1997, sempre Bilancia , segno che non ama soprusi ed ingiustizie per natura), vincitrice degli ultimi US Open.

Una sportiva entrata nella storia sportiva e non, poiché alle sue urlanti vittorie ha scelto di associare un messaggio politico ben definito ed non convenzionale nella sua disciplina : il tennis, da sempre piuttosto elusivo riguardo a tutto ciò che non riguarda tale attività sportiva.

Lei, tennista più pagata della storia, è soprattutto colei che passerà alla storia per aver indossato ad ogni match della Grande Slam americano, una mascherina con scritti i nomi delle vittime afroamericane uccise da poliziotti. Ogni volta che è scesa in campo, infatti, le persone parlavano del nome che sarebbe comparso sulla sua mascherina: Breonna Taylor. Elijah McClain. Ahmaud Arbery. Trayvon Martin. George Floyd. Philando Castile. Tamir Rice.

Naomi su quel campo ha orlato quei nomi con il silenzio, ha umanizzato e reso noto una piaga che affligge la società americana , ossia il problema della violenza della polizia contro i neri in America. Naomi Osaky si è inoltre recata a Minneapolis e ha visitato il punto esatto in cui George Floyd è stato ucciso. Mai nessuno nel tennis si è esposto mediatamente e politicante così tanto, chissà che altri giusti di cuore non si cimentino nella stessa impresa.

Photo Credit Immagine di Copertina: Vanity Fair

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Anastasia Galvani

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