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5 trucchi per uscire dal tunnel del “Fast Fashion”

Per chiunque ami la moda ed abbia uno stipendio normale, cadere nel fast fashion è quasi necessario. In quale altro modo è possibile potersi permettere un po’ di sana “retail therapy” riuscendo anche a mettere le mani sugli ultimi trend ? Non voglio negare che, da buona milanese ex “pettinata” che ha vissuto l’era del boom degli e-commerce, l’arrivo di un pacco contenente gli ultimi trend a prezzi stracciati mi ha sempre fatto venire voglia di abbracciare il corriere.

Photo Credit: Markus Spiske

Niente mi dava più emozioni di un bello sconto fresco fresco nella mia newsletter e scorrere tra i vari social media prima di andare a letto mi ha sempre portato a immaginarmi ipotetici outfit trendy e a spendere tutti i miei soldi cercando di ricreare l’ultimo look e di rimanere sempre “sul pezzo”. Il fast fashion mi ha sempre gratificato con un rush di adrenalina, permettendomi poi di crogiolarmi nel senso di comfort che l’ultima camicietta di Zara era in grado di regalarmi.

Negli ultimi anni però, è diventato sempre più difficile ignorare l’incredibile quantità di prove a sostegno di quanto il fast fashion abbia un enorme impatto negativo sia nel sociale che in campo ambientale. Come molti millennials, sto cercando di fare quel salto tra quantità vs qualità e di diventare più consapevole delle pratiche etiche che si nascondono dietro le etichette presenti nel mio armadio.

Photo Credit: Sarah Brown

Inoltre, vivo a Berlino da 3 anni e questa città dall’animo un po’ anticapitalista ed ecologista mi ha fatto rivalutare certe scelte e mi ha reso molto più consapevole dell’impatto che le mie decisioni hanno su larga scala. Il problema è che spessissimo il mio portafoglio non supporta appieno le mie idee.

Smettere con il fast fashion non è facile all’inizio, soprattutto quando ci si rende conto che salari equi e tessuti di qualità (addio poliestere!) hanno un prezzo. Le aziende che si focalizzano su questo tipo di produzione devono necessariamente lavorare con compagnie che condividono gli stessi valori e dove viene preso in considerazione ogni step della catena di produzione (dall’impatto sociale a quello ambientale) . Il risultato è spesso una maglietta identica che costa 20 € in un negozio e 100€ in quello di fianco.

Photo Credit: Jason Leung

Il fast fashion come lo conosciamo oggi è apparso a fine anni ’80, eppure rimane un mercato in fortissima crescita. Nonostante ciò, resta pur sempre dipendente dalla cara e vecchia legge del mercato di domanda e offerta.

I consumatori sono coloro che guidano quello che viene messo in vendita e “se” e “quando” questi inizieranno a focalizzarsi e a richiedere prodotti più sostenibili, l’industria sarà obbligata a cambiare. Quindi, noi siamo l’anello di congiunzione e la chiave per modificare le attuali condizioni di mercato.

Photo Credit: Psk Slayer

Ma quindi, come iniziare a fare del caro vecchio shopping rimanendo fedeli a un budget dignitoso e senza sacrificare la propria etica?

  1. Compra meno: ovviamente, la risposta più scontata. Si tratta però, di sforzarsi di dare una diversa e nuova priorità alle proprie abitudini quando si fa shopping. Comprare meno per focalizzarsi su cose che ci regalano veramente gioia. Pensa a quello che vorresti avere davvero nel ​tuo armadio e a quello che ti piace, qualcosa che può essere in grado di renderti felice anche tra 3 o 4 anni.
  2. Clicca su “Cancella iscrizione”: le newsletter sono seducenti, lo so, credimi… ci sono passata. Questa è la ragione per cui è importante cancellarsi da tutte. E siamo onesti, prima di vedere quella e-mail non stavi neanche pensando a fare shopping, no?
  3. Scopri i negozi vintage e di seconda mano: è risaputo che a volte si possono trovare delle vere e proprie chicche in questi negozi, spesso a meno della metà del prezzo originale. E ricorda, così contribuisci attivamente alla diminuzione della domanda di tessuto a livello mondiale e al suo conseguente spreco!
  4. Scopri lo “slow fashion”: si tratta di brand focalizzati su una produzione che rispetti tutte le caratteristiche prima elencate, salari equi e tessuti di qualità. Al giorno d’oggi quasi nessuno di questi brand può produrre in massa, però fare ricerca è veramente facile e social media come Instagram fungono da piattaforma per tutte queste piccole realtà che condividono valori d’altri tempi. Segui influencers e celebrità che sono conosciuti per avere un occhio di riguardo verso queste tematiche e prendi nota. Scopri brand che hanno design che ami e che rappresentano il tuo stile.
  5. Pensa all’affitto: no, non sto parlando dell’affitto di casa. Sai che ci sono una marea di servizi che permettono di affittare abiti da cerimonia o per le occasioni speciali? Pensa a quanti vestiti per matrimoni e cerimonie varie hai acquistato, che dopo essere stati indossati una volta sono rimasti inutilizzati nell’armadio? La prossima volta potresti usare uno di questi servizi, ti assicuro che offrono outfit pazzeschi per ogni occasione.

Questi sono tutti step iniziali. C’è tantissimo in più che può essere fatto, ma non bisogna essere troppo duri con sé stessi se per una volta si cade in tentazione. Diventare un consumatore consapevole è un vero e proprio viaggio e ogni singolo acquisto fatto in modo responsabile contribuisce in modo eccezionale alla causa.

Immagine di Copertina Photo Credit: Fernando De Canne

Tschüssie,

Stéphanie Luzon

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9 commenti

  • Condivido il tuo pensiero , è che come dici è difficile conciliare economia personale con i costi della qualità , a volte ci si cade !

  • Vero: tutto dipende da noi consumatori, perciò sta a noi muoverci a piccoli passi verso l’eco-sostenibilità🌳e la qualità 👗!!!

  • Per non non parlare dell’impatto ambientale che questo tipo di consumi ha nel mondo ! Questa sarebbe già una motivazione valida per sospendere questo tipo di acquisti!

  • Già convertita da tempo allo shopping di qualità ! Ottimo articolo per chi ancora non sembra convinto !

  • La qualità è sicuramente la scelta migliore, in particolare per l’impatto ambientale .

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