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In the Mood for Love e l’eleganza della solitudine secondo Wong Kar Wai

“Quando ripensa a quegli anni lontani, è come se li guardasse attraverso un vetro impolverato: il passato è qualcosa che può vedere, ma non può toccare; e tutto ciò che vede è sfocato, indistinto.”

Se rinascessi vorrei essere la signora Chan, con il suo portamento algido, la sua impenetrabile riservatezza. In realtà, il suo guardaroba, (che comprende più di 20 qipao ) parla più delle sue emozioni: i motivi floreali sottolineano la sua vulnerabilità, il verde la sua gelosia, il rosso il suo amore per M.Chow.

Le emozioni che emergono violentemente nella Signora Chan e Mister Chow (personaggi principali) sono il senso di malinconia e solitudine, in grado di attraversare il tubo catodico e arrivare direttamente nella pelle del “malcapitato” spettatore. Questo senso di isolamento è magnificamente catturato in una scena in cui la signora Chan ordina una zuppa di spaghetti in un ristorante che frequenta regolarmente: il suo elegante qipao, in contrasto con l’atmosfera grigio scuro del ristorante di strada, la rende una figura estranea al contesto in cui si trova….estranea forse persino a se stessa.

Sono anime fragili quelle della signora Chan e Mister Chow, ma tremendamente eleganti, sottili, alte. I due, pur trovandosi in una situazione compromettente in cui c’è di mezzo il tradimento dei rispettivi coniugi non rispondono male per male ( deludendo forse un pò lo spettatore). Ci si aspetterebbe in fatti che visto l’innamoramento che nascerà fra i due, essi dessero sfogo alle proprie più sordide passioni e ad una vendetta fragorosa nei confronti dei rispettivi marito e moglie.

E invece NO! Ciò che ho adorato in questo film è proprio la relazione di pura eleganza, lontana anni luce dai sordidi piaceri del sesso per vedetta. Sesso, quello impuro, quello fine a se stesso. Niente da fare. Il loro senso di pienezza  è dato dal guardarsi negli occhi, dall’essere accanto senza dirsi tante parole, nello sfiorarsi più che nell’avviluppamento dei corpi. E’ come se la signora Chan e Mister Chow stessero facendo un eterno girotondo in cui non s’incontrano mai, ma si scrutano continuamente.

Oltre all’amore, il passare del tempo è un altro tema centrale del film e di cui il regista Wong Kar Wai ama spesso parlare da bravo visionario. Nonostante una continuità fuorviante a prima vista, i qipao della signora Chan sono spesso gli unici indicatori che due scene simili avvengono in tempi diversi e che la sua relazione con Mr. Chow si evolve nell’arco di diversi mesi. Ad esempio, indossa un delizioso qipao azzurro decorato con narcisi in una scena in cui visita un ristorante ed uno più elegante, in bianco e nero nella scena successiva.

Questa ripetizione di scene identiche suggerisce che Mr. Chow e la signora Chan escano insieme in diverse occasioni. Nonostante ciò, proviamo un profondo senso di frustrazione quando notiamo che questi due personaggi non possono godere appieno del loro amore nonostante lo scorrere del tempo. In realtà, possono solo esporre i propri sentimenti l’uno per l’altro imitando il legame dei loro coniugi, negando che anche loro condividano un sentimento d’amore. Nelle parole della signora Chan, “non diventeremo mai come loro. “

Oltre alla narrazione, la composizione delle scene è ciò che rende In the Mood for Love un film eccezionale. Non è raro vedere una scena filmata attraverso una finestra o una feritoia. Dal punto di vista dello spettatore, dà l’impressione di contemplare un dipinto con un elemento centrale sul quale sembra fissato. Una scena in particolare che mi sovviene è quando la signora Chan fissa la telecamera con uno sguardo pensieroso, vestita con il suo qipao color giunchiglia e circondata su entrambi i lati da tende con motivi floreali: tutto appare perfetto!

Posso sottoscrivere che uno dei molteplici motivi per cui un individuo è portato a vedere questo film più e più volte è proprio l’estetica, dopo ogni visione si scoprono nuovi dettagli di cui innamorarsi.

Trovo questo film una vera e propria perla cinematografica, delicata come l’anima del suo regista, che sicuramente è profondo conoscitore dei sentimenti umani in tutte le sue sfumature, tuttavia al fauvismo dei sentimenti preferisce mostrarne una copia più bucolica, aulica, quella effettivamente più irreale ma quella a cui i più puri aspirano: l’amore eterno.

 

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