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“The Teacher”: quando la fame di potere prevarica sull’istruzione

“Il “potere” è l’immondizia della storia degli umani

e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,

sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:

siamo i “Grandi della Mancha”,

Sancho Panza… e Don Chisciotte !” Francesco Guccini

Che rapporto avete avete con il potere? Siete del parere che sia solo una brama da esaltati oppure sotto sotto, provate un piacere accecante quando per qualche motivo riuscite a dominare situazioni e persone?

Fonte: MyMovies
Fonte: Cinecittà News

Ho sempre pensato che il potere fosse correlato ad una sorta di missione etica, al contempo ho avuto sempre il terrore di chi detiene potere pur avendo un’innata immoralità. Sapete, tale ambivalenza unita in un unico individuo può generare enormi catastrofi e grande sofferenza nei più indifesi.

La storia è da secoli testimone di questa temibile accoppiata e non c’è cosa che generi più sdegno di una prevaricazione o di un abuso di potere nei confronti di individui privi di immunità come i bambini.

Questa pellicola ceco-slovacca del regista Jan Hrebeik trae ispirazione da fatti realmente accaduti. Lo stesso Hrebeik si trovò a vivere la medesima situazione in maniera molto più esplicita e meno edulcorata di quella narrata nel film. Una realtà di prevaricazione e coercizione in cui il contesto storico accentua, a tratti dilata la gravità dell’accaduto.

Ci troviamo infatti a Bratislava nel 1983 in cui il socialismo imperversa in ogni ambito della società, tant’è che noterete come tutti i cittadini ( genitori e professori ) non si rivolgessero fra loro per nome e cognome ma chiamandosi univocamente “compagno/a. In una società in cui il socialismo pervade la quotidianità e uniforma le attitudini personali ad un comportamento univoco nei confronti del potere, gli individui che osano alzare la testa e contraddire la verità conforme, per affermare una verità scomoda, debbono tener conto delle proiezioni punitive che ne derivano, come l’emarginazione sociale, l’infamia o negli scenari peggiori …. la prigione.

Fonte: Ecodelcinema

In questa atmosfera pesante e polverosa che evoca immagini di un passato ancora troppo recente, entra in scena l’iconica e apparentemente mansueta Maria Drazdĕchová, la nuova insegnante di russo. Dopo una breve presentazione, ella avvia con falsa ritrosia, lungo e dettagliato interrogatorio riguardo alle professioni svolte dai genitori degli alunni della classe. Nessuno di loro avrebbe mai immaginato cosa si sarebbe nascosto dietro quella innocua domanda ” Che lavoro fanno i tuoi genitori ?”. Da qui le disgrazie di alcuni poveri studenti i cui genitori si rifiuteranno di fare favori alla tanto mansueta insegnate, avranno inizio.

Fonte: My Lake Como

Il film sembra gestire il tutto attraverso una chiave ironica, nonostante gli eventi drammatici che si susseguono durante la narrazione, in un escalation sempre più gravosa. L’abilità del regista è stata proprio quella di rendere universale una consuetudine comportamentale apparentemente faziosa, legata a dettami politici . Noi tutti potremmo enumerare una serie di abusi di potere e torti subiti nella vita da chi si trovava in una posizione più forte della nostra, tant’è che alla fine la rigida l’atmosfera socialista evapora per lasciar spazio ad un contesto quotidiano in cui tutti si possono immedesimare.

Spero tanto di avervi incuriosito, i film esterofili non sono mai così allettanti come i più blasonati americani ma meritano la nostra attenzione poiché ci permettono di scorrere realtà che non conosciamo affatto sia per contesto geografico che per quello storico/politico.

Buona visione!

(Film al momento disponibile su Sky Cinema.)

Fonte Immagine di copertina: Anonima Cinefili

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Anastasia Galvani

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